Una risata li seppellirà

iniziativa che segnaliamo volentieri

Sabato 4 gennaio 2014. Come ogni primo sabato dei mesi dispari, ancora una volta i preganti antiabortisti del Comitato No194 si ritroveranno davanti agli ospedali di diverse città. Durante una maratona di 9 ore di preghiera contro aborto ed eutanasia molesteranno le donne di passaggio con i loro manifesti splatter e le loro litanie colpevolizzanti. Come se ciò non bastasse, nel resto del tempo si impegnano a diffondere una propaganda omofoba, transfobica e razzista. Che due ovaie!!!

Di fronte a questo rigurgito, rivendichiamo l’autodeterminazione dei nostri corpi, fermamente convint* che sarà una risata a seppellire questi cattolici integralisti! Quindi, anche in questa occasione, non mancherà il solito appuntamento di disturbo, irrisione e sberleffo nei confronti dei preganti. La nostra azione sarà ovviamente rivolta anche a denunciare la situazione all’interno degli ospedali e dei consultori, dove continua a crescere la presenza dei cosiddetti ‘movimenti per la vita’ (?!!) e degli obiettori di coscienza: fra medici, infermieri ed anestesisti la percentuale di obiezione a livello nazionale supera ormai il 70%.

Diamo appuntamento con scope, cappelli da strega, pentole e mestoli, ma anche vin brulè, cioccolata calda… e TORTE!!! Ci ritroveremo dalle 10.30 alle 13.00, sabato 4 gennaio, di fronte all’ospedale di Niguarda, dove dovrebbe svolgersi la prossima maratona di preghiera milanese. In caso di spostamento dell’iniziativa di fronte a un altro ospedale, seguiranno aggiornamenti.

Auguriamo il diffondersi di iniziative simili nelle altre città in cui saranno presenti i feti-cisti in questa giornata.

buone notizie


abbiamo deciso di riattivare il blog
ci sembrava necessario e utile
negli ultimi mesi e negli ultimi giorni abbiamo assistito ad un’ulteriore offensiva contro l’autodeterminazione delle donne, ma abbiamo potuto anche apprezzare, con sommo piacere, la capacità fantasiosa e creativa di risposta a questi attacchi

1) la presenza periodica di preganti antiabortisti molesti davanti alla clinica Mangiagalli di Milano è stata contrastata e sbeffeggiata
2) il comune di Milano ha assegnato l’ambrogino d’oro alla signora Bonzi, fondatrice dei CAV … e anche i CAV hanno ricevuto il loro premio dalle donne
3) l’insana pulsione degli amministratori “di sinistra” per i cimiteri dei feti non passa sempre sotto silenzio
e se il parlamento europeo respinge per una manciata di voti una mozione di puro buon senso sui diritti alla salute sessuale e riproduttiva, grazie all’opportuna defezione dei parlamentari “democratici”, altrove non si dorme:
salutiamo e plaudiamo alle compagne di bologna che hanno occupato San Petronio ieri contro l’obiezione di coscienza!

cercheremo di continuare a dare buone notizie, e ricominceremo ad aggiornarvi su obiezione di coscienza. autodeterminazione e dintorni

 

 

nuovo blog della consultoria autogestita

E’ attivo, anche se ancora in fase di “sistemazione”, il nuovo blog della Consultoria Autogestita di Milano, con orari di apertura, recapiti a cui contattarci, informazioni utili per chi deve affrontare una interruzione di gravidanza e indirizzi dei servizi sanitari per le donne su Milano e Hinterland.

Tutte le informazioni aggiornate potete da oggi trovarle su

consultoriautogestita.wordpress.com

per il momento OGO rimane come archivio di documentazione sulla campagna “obiettiamo gli obiettori” e di informazioni sull’obiezione di coscienza in italia

10 e 12 febbraio, due appuntamenti a cui non mancare!

Ricordiamo i prossimi appuntamenti:

* mercoledì 10 febbraio dalle 5 del mattino, presidio antisfratto in via dei Transiti

** venerdì 12 febbraio alle 6.30 di mattina davanti alla stazione di Albate Camerlata Fs (Como) e dalle ore 7 in poi davanti al carcere di Como – in via Bassone 11 – per aspettare Joy!

Per tutte le info e gli aggiornamenti su Joy ed Hellen:

http://noinonsiamocomplici.noblogs.org/

 

 

Mostri a Pasteur

 

Da alcuni giorni il Giornale di Vittorio Feltri ha  avviato una nuova martellante campagna denigratoria contro la casa occupata di  Via dei Transiti 28, contro chi ci abita e contro le attività sociali e  politiche che vengono svolte negli spazi collettivi. All’argomento è stata  dedicata la prima pagina della cronaca milanese per ben 5 giorni  consecutivi, spazio degno forse di  miglior causa. Il Giornale dipinge T28 come un oscuro covo dove individui  pericolosi, protervi e arroganti espropriano con minacce poveri proprietari  inermi dei beni comprati coi risparmi di una vita.

Probabilmente questa campagna mira a "spianare la  strada" al prossimo tentativo di sfratto di un appartamento e  dell’Ambulatorio Medico Popolare, previsti per il 10 febbraio.

Però, come di consueto accade, questa ineffabile testata  fa pessimo giornalismo, non controllando la veridicità di quanto viene scritto  e neppure prendendosi la briga di fare un po’ di controllo d’archivio, per lo  meno per evitare grosse inesattezze storiche, cantonate e figuracce.

Ci sembra quindi opportuno fare un po’ di corretta  informazione sulla storia e la realtà attuale di via dei Transiti 28.

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Formigoni&Prosperini: “amicizia operativa” e passione per il dittatore

Il governatore della Regione Sagrestia Roberto Formigoni si è appellato all’"arte laica e religiosa del dubbio" riguardo all’inchiesta che ha portato all’arresto di Piergianni Prosperini – ex vicepresidente della suddetta regione nonché assessore al turismo. Poco c’importa che Prosperini sia finito in galera per corruzione, turbativa d’asta e truffa nell’ambito di un’inchiesta su tangenti (sai che novità a Milano e in Lombardia…), che fosse o meno chiamato "il boss". Tutto questo lo lasciamo alle "anime belle" che ancora credono di vivere in un paese tanto onesto quanto democratico.

È altro, invece, che ci interessa rilevare a proposito del "Miles Christi" (anzi, “milites”, secondo il suo latinorum…) – il "soldato di Cristo", omofobo e razzista – e del suo governatore. Ci riferiamo agli intrallazzi neocoloniali tra Prosperini, Formigoni e Isaias Afewerki – ex combattente nella guerra di liberazione dal dominio etiopico e da anni dittatore dell’Eritrea. 

Già nel 2005 un’interpellanza parlamentare – in cui si tralasciavano gli stupri compiuti dai "nostri ragazzi" in missione "di pace" in Eritrea – citava espressamente tanto le condizioni di vita in quel Paese (arresti, torture, dissidenti desaparecidos), quanto la vendita di armi di fabbricazione italiana – "risultano nel quinquennio 1999-2003, da parte dell’Italia, esportazioni di armi leggere ad uso civile per 1.568.894.729 euro, di cui parte verso paesi palesemente in guerra o con conflitti interni come Colombia, Russia, Algeria, Eritrea, Etiopia, Israele" – quanto, soprattutto, gli intrallazzi col dittatore eritreo di Formigoni, Paolo e Silvio Berlusconi, l’ex repubblichino Mirko Tremaglia (solo per citarne alcuni) e Prosperini – portavoce del dittatore in Italia

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La lunga marcia della RU486

Dopo mesi di tira e molla e polemiche L’Agenzia Italiana  per il Farmaco ha infine sancito la commerciabilità in anche in Italia del  Mifegyne, meglio noto come RU486 o pillola abortiva.

Nello scontro fra poteri forti la lobby farmaceutica ha  avuto la meglio sulle pressioni vaticane e quindi da febbraio (questi sembrano  essere i tempi tecnici) anche in Italia questo farmaco sarà disponibile negli  ospedali.

Questa piccola rivoluzione permetterà alle donne una  maggiore libertà di scelta (rimandiamo ad un successivo approfondimento più tecnico le  differenze fra i due metodi abortivi) e, forse, come ci auguriamo, una  riduzione dei tempi di attesa negli ospedali e un miglioramento delle  condizioni per le donne che devono affrontare un aborto.

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Si vuole la strage di donne?

 
 
Recentemente alcune menti ‘eccelse’ del PdL – Gasparri,  Quagliariello e Bianconi –  su ispirazione dell’immarcescibile Carlo Casini del Movimento per la Vita hanno presentato in Senato un disegno di legge  ‘sui diritti del concepito’. Lo hanno fatto, col loro tipico ‘buon gusto’, proprio nei giorni in cui ben tre donne, nell’indifferenza generale, morivano d’aborto autoprocurato per non aver potuto, o saputo, accedere alla struttura sanitaria pubblica – paura di essere espulse, liste d’attesa inaccettabili, costo dell’intervento a carico delle neocomunitarie, ecc. 
Conosciamo i nomi dei mandanti di questi omicidi: si chiamano "pacchetto sicurezza" e "obiezione di coscienza". 
A pochi giorni dalla morte per setticemia di una neonata romena partorita sulla sedia dell’ospedale di Canicattì, questi ipocriti ‘difensori della vita’ provano di nuovo a portarci indietro di trent’anni costringendo le donne a gravidanze non volute.
Evidentemente vogliono estendere il rischio avvelenamento a tutta la popolazione femminile che vive in questo stradisgraziato paese.
Non staremo qui a ricordare che solo una donna sa se ha le risorse affettive, psicologiche, economiche, per diventare madre oppure no, che solo lei ha il diritto di decidere in merito, che equiparare questo diritto a quello, presunto, di un embrione (che al di fuori del corpo di donna che lo contiene non potrebbe sopravvivere) è un’aberrazione giuridica oltre che concettuale…
Lascia basite in tutto ciò l’ineffabile Turco, che non trova di meglio che dire "C’è una dignità dell’embrione, ma è già sancita dalla legge 40" !!! Cioè plaude ad un cavallo di Troia, veramente furbona l’ex ministra…

Ancora due morte per aborto ‘clandestinizzato’

E’ di ieri la notizia di due donne immigrate morte d’aborto fai-da-te a Taranto. Un aborto che definiamo clandestinizzato, più che clandestino, perché avviene in un paese in cui l’interruzione volontaria di gravidanza dovrebbe essere garantita nelle strutture pubbliche. Non dovremmo, dunque, alimentare la statistica secondo cui nel mondo ogni 8 minuti una donna muore di aborto clandestino.
Invece è così e perciò vanno nominati chiaramente i responsabili di questa ulteriore mattanza di donne, che si aggiunge ai femminicidi in famiglia.
More…Innanzitutto lo Stato razzista che, con la caccia a donne e uomini senza permesso di soggiorno, ha indotto un tale terrore nelle e nei migranti da indurle/i a non rivolgersi alle strutture pubbliche per l’assistenza sanitaria. Leggi tutto “Ancora due morte per aborto ‘clandestinizzato’”