E’ di ieri la notizia di due donne immigrate morte d’aborto fai-da-te a Taranto. Un aborto che definiamo clandestinizzato, più che clandestino, perché avviene in un paese in cui l’interruzione volontaria di gravidanza dovrebbe essere garantita nelle strutture pubbliche. Non dovremmo, dunque, alimentare la statistica secondo cui nel mondo ogni 8 minuti una donna muore di aborto clandestino.
Invece è così e perciò vanno nominati chiaramente i responsabili di questa ulteriore mattanza di donne, che si aggiunge ai femminicidi in famiglia.
More…Innanzitutto lo Stato razzista che, con la caccia a donne e uomini senza permesso di soggiorno, ha indotto un tale terrore nelle e nei migranti da indurle/i a non rivolgersi alle strutture pubbliche per l’assistenza sanitaria.
In secondo luogo i media di regime che, in vista dell’approvazione del ‘pacchetto sicurezza’, hanno strombazzato ai quattro venti che i medici avrebbero denunciato quell’esercito di riserva di forza-lavoro sottopagata e sprovvista di permesso di soggiorno, creando volutamente panico e confusione.
In terzo luogo quei medici e strutture pubbliche che, fieri del proprio essere delatori al servizio della ‘sicurezza nazionale’, nei mesi scorsi hanno denunciato alle forze dell’ordine alcuni casi di ‘irregolari’ che si presentavano negli ospedali, facendole/i arrestare o deportare nei Cie.
In quarto, ma non ultimo, luogo il crescente numero di obiettori di coscienza che, infestando consultori ed ospedali, sta erodendo la libertà per ogni donna di scegliere quando e se essere madre.
Che le due donne fossero romene non cambia il risultato: in molte regioni e ospedali – in virtù del recepimento di una norma europea ambigua ed in totale spregio ad una circolare ministeriale che poneva rimedio a questo delirio – alle donne neocomunitarie che debbano interrompere la gravidanza viene ancora chiesto il pagamento dell’intera prestazione (800/1000 euro).
c
Di fronte alla morte di queste due donne risulta ancor più paradossale la recente circolare con cui il Ministero dell’Interno, dopo mesi di strategia del terrore, ribadisce il divieto di segnalazione per chi si rivolge alle strutture pubbliche pur se sprovvista/o di permesso di soggiorno.
Ciò nonostante invitiamo chiunque lavori nelle strutture pubbliche o sia in contatto con comitati e associazioni di migranti a diffondere il più possibile tale circolare perché si fermi questa mattanza di immigrate/i cui vengono negati i diritti più elementari.
L’immagine è tratta dal blog di Gioraro
ANCORA UNA MORTA DI CYTOTEC
http://roma.corriere.it/…ata-1602094791343.shtml
Aiuta la madre ad abortire,
ma la donna muore, denunciata
La 40enne era incinta di 7 settimane, ma non voleva il figlio: ha ingerito decine di pasticche contro l’ulcera
ROMA – Era incinta di circa 7 settimane ma non voleva portare a termine la gravidanza, così S.M.V. romena di 40 anni residente al campo nomadi di via della Martora a Roma, ha ingerito la scorsa settimana una quantità eccessiva di pasticche di un farmaco che è registrato per prevenire ulcere gastriche, ma che in realtà viene usato dalle donne per indurre l’aborto. La donna, soccorsa in un primo momento presso l’ospedale Sandro Pertini, a causa di complicanze sopraggiunte di tipo respiratorio e cardiovascolare è stata successivamente trasportata al Cristo Re, dove è deceduta la scorsa notte.
Il campo sulla Collatina (Proto)INDAGINI – Gli agenti della Questura hanno avviato immediatamente le indagini per individuare chi potesse aver prescritto e successivamente somministrato il farmaco alla straniera e ieri personale del Commissariato San Basilio ha denunciato R.P. 22enne figlia della donna deceduta, per violazione della normativa riguardante l’interruzione volontaria della gravidanza, in quanto gravemente sospettata di aver aiutato la madre ad ingerire il medicinale. All’interno della «baracca» abitata dalla famiglia delle donne, i poliziotti del Commissariato hanno trovato parte di un «blister» parzialmente bruciato che è stato recuperato dagli agenti e che verrà analizzato dal personale del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica per verificarne la corrispondenza con il farmaco ingerito dalla straniera. Infine, i poliziotti del Commissariato San Basilio stanno conducendo indagini finalizzate all’individuazione del medico che ha prescritto il farmaco e di chi effettivamente ne fosse il destinatario.
02 dicembre 2009