Inchiesta sugli ospedali milanesi: il presidio ospedaliero Macedonio Melloni/Fatebenefratelli

La mappatura continua con la Macedonio Melloni di Milano, dove siamo andate il 5 marzo scorso a distribuire un volantino ironico sulle svendite ospedaliere per far conoscere la campagna Obiettiamo gli obiettori.

Il volantinaggio si inseriva nel ciclo di iniziative Le donne non sono dove ve le aspettate, le donne sono dappertutto! 

Ed ecco qui la scheda, sintetica ma assai significativa per quanto riguarda la spartizione dei poteri.

Il Tar boccia le linee-guida formigoniane sulla 194

Per ora questa faccenda vergognosa pare risolta, ma già la Regione Sagrestia pensa al contrattacco

Aborto, il Tar ferma la Lombardia

MILANO – Lombardia, dietrofront – obbligato – sull’aborto terapeutico. La Regione fissa limiti più restrittivi sull’interruzione di gravidanza? Il Tar li sospende. È successo così ieri, con il tribunale amministrativo lombardo che ha accolto la richiesta di sospensiva delle linee guida di applicazione della legge 194 presentata dalla Cgil e da un gruppo di medici. Si torna al passato. Con una vittoria per il sindacato e una doccia fredda per il presidente della Regione, Roberto Formigoni. Che, però, non si dà per vinto: «Siamo pronti a ricorrere al Consiglio di Stato. E a chiedere la sospensiva della sospensiva».

Storia di una vicenda al centro di polemiche, scontri politici, dibattiti. Ricapitolando: a gennaio la Regione Lombardia stabilisce nuove linee guida della 194. In pratica, l’aborto terapeutico non è più consentito oltre le 22 settimane e tre giorni. L’atto abbassa così di 11 giorni il limite di 24 settimane generalmente accettato dai medici. L’indicazione viene avanzata da un comitato scientifico e di fatto si adegua al codice di autoregolamentazione in vigore nella clinica milanese Mangiagalli dal 2004.

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Inchiesta sull’obiezione di coscienza negli ospedali milanesi

Uno dei passaggi fondamentali per la campagna Obiettiamo gli obiettori e’ quello di effettuare un’indagine sul territorio, per capire anche a partire dai dati quale e’ il contesto che ci circonda. La ricerca delle informazioni e’ stata anche l’occasione per sviluppare la rete di contatti. I dati ufficiali sono infatti quelli diffusi dai media, oltre che dai  radicali e dalla  CGIL, e i dati della Regione Lombardia si fermano al 2000, abbiamo quindi pensato di  aggiornarli ampliando la nostra rete, grazie alla preziosa partecipazione di operatrici e operatori attive/i nel settore ospedaliero,compagne e compagni che stanno contribuendo alla costruzione della campagna.

In ogni scheda troverete alcuni dati interessanti: l’appartenenza politica dei direttori generali (perche’ tutto e’ affidato alla lottizzazione ed alle spartizioni politiche), la percentuale di obiezione, i nominativi dei primari e dei ginecologi. In piu’, per rendere queste schede uno strumento concreto abbiamo aggiunto anche tutte le note utili per chi deve accedere alla struttura per una interruzione di gravidanza, assieme al rapporto tra interruzioni di gravidanza e numero di parti e il trend dell’obiezione tra il 2000 e il 2007.

Vorremmo che queste schede diventassero uno strumento di lavoro e vi invitiamo ad aggiornarli partendo dai dati in vostro possesso e dalle esperienze personali. Leggi tutto “Inchiesta sull’obiezione di coscienza negli ospedali milanesi”

Ivg: richiama, sarai più fortunata

Gli ospedali milanesi, fiore all’occhiello della sanità lombarda? Sicuramente non quando si tratta dell’Ivg.

Una nostra compagna, armata di tanta pazienza, ha cercato di avere informazioni sull’Ivg telefonando ai vari ospedali pubblici milanesi: questo il resoconto, che rende ancora più evidente quanto il diritto di una donna di usufruire dell’interruzione di gravidanza si scontri con ogni genere di intralcio compresa la vaghezza delle informazioni.

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L’odissea del giorno dopo – da repubblica

Dopo il Corriere anche Repubblica pubblica un’inchiesta sull’odissea, o il gioco dell’oca, a cui e’ sottoposta una donna a Milano, che si trovi nella situazione di dover prendere la pillola del giorno dopo. Certo esistono altri contraccettivi, ed arrivare alla pillola del giorno dopo e’ gia’ un passaggio che implica alcune ‘disattenzioni’ ma ad ogni modo nessun medico puo’ rifiutare di prescrivere quello che e’ a tutti gli effetti un contraccettivo e non un abortivo. Per quel che riguarda la situazione lombarda e’ chiara l’impronta che Formigoni ha voluto costruire, speriamo non diventi il futuro ministro della sanita’.

Pubblichiamo quindi integralmente l’articolo di di Davide Carlucci, Zita Dazzi e Oriana Liso.

L’odissea negli ospedali
per la pillola del giorno dopo

Tempi lunghi e anche i no dei medici obiettori

È una caccia al tesoro. Ottenere una prescrizione per la "pillola
del giorno dopo" negli ospedali milanesi può trasformarsi in un
gioco dell’oca, fatto rimbalzando di ospedale in ospedale,
soprattutto se si abita nell’hinterland, come testimoniato da una
lettera pubblicata su Repubblica mercoledì. Una gara non
impossibile da vincere, ma nella quale bisogna avere molta pazienza
e una discreta dose di fortuna. Leggi tutto “L’odissea del giorno dopo – da repubblica”

OgO – report dell’assemblea pubblica a Milano

 

Milano, mercoledì 2 aprile 2008

L’assemblea, affollatissima di donne provenienti anche da altre città, si è aperta con un video del ’76: il colloquio tra una donna di Seveso intenzionata ad usufruire dell’aborto terapeutico e un ginecologo cattolico antiabortista. La legge 194 sarebbe stata approvata due anni più tardi ma, facendo un parallelo tra allora e oggi, si è evidenziato quanto poco-niente sia cambiato su ciò riguarda noi donne, i nostri corpi e gli ostacoli che ci troviamo ad affrontare quando intendiamo praticare il nostro diritto all’autodeterminazione.

Anche dopo l’entrata in vigore della 194 le difficoltà che le donne devono affrontare quando voglio interrompere una gravidanza sono enormi, anche perché questa legge nega l’autodeterminazione della donna, riconosce il diritto all’obiezione di coscienza e introduce i volontari nei consultori. Il problema è tanto più grave quanto più si tende a lasciare alla libera interpretazione di medici, politici ecc., l’attuazione della norma. 

L’assemblea è stata molto ricca e partecipata. Cerchiamo, qui, di darne una sintesi utile a chi in altre città intende far propria la campagna contro l’obiezione di coscienza sull’interruzione di gravidanza.

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Per una campagna contro gli obiettori

Assemblea cittadina a Milano

per dare il via alla campagna "obiettiamo gli obiettori"

mercoledì 2 aprile ore 21.00

c/o USI-Sanità, viale Bligny 22 (scala sinistra, terzo piano).

In italia fra i tanti diritti negati si sta aggravando
la situazione per quanto riguarda l’interruzione volontaria di
gravidanza, che soprattutto le donne migranti e le giovani pagano in
prima persona, convinte che in questo paese l’aborto sia un diritto
garantito e spesso completamente disinformate su quello che
costituisce, invece, il vero nodo: l’obiezione di coscienza. Negli anni
recenti si è infatti assistito al moltiplicarsi esponenziale del numero
di obiettori e obiettrici negli ospedali e le donne si trovano
costrette a subire continue umiliazioni e a sopportare interminabili
pellegrinaggi fra ospedali nella speranza di poter usufruire di un
diritto garantito dalla legge 194/78, spesso finendo con l’optare per
forme di aborto clandestino che mettono in serio pericolo la propria
vita.

Per contrastare efficacemente questo stato di cose, nel febbraio scorso abbiamo lanciato a livello nazionale la campagna Obiettiamo gli obiettori, che è stata immediatamente recepita e rilanciata in diversi territori da altri gruppi di donne, dal Friuli alla Sicilia.
Il senso di questa campagna è di rompere l’omertà che si è costituita
intorno al sistema-obiezione, di scardinare il clientelismo che si
alimenta anche di questo sistema, di esercitare una forte pressione e
delegittimazione nei confronti di chi cerca di imporre alle donne
scelte non volute, di accorciare i tempi di attesa per l’IVG e arginare
il fenomeno crescente degli aborti clandestini.
Perché questa campagna sia efficace intendiamo costruire una rete con
le associazioni di migranti, con le associazioni in difesa della salute
e dei diritti del malato, con chi opera nei consultori e negli ospedali
pubblici. Per questo vi invitiamo ad intervenire all’assemblea.