Il Tar boccia le linee-guida formigoniane sulla 194

Per ora questa faccenda vergognosa pare risolta, ma già la Regione Sagrestia pensa al contrattacco

Aborto, il Tar ferma la Lombardia

MILANO – Lombardia, dietrofront – obbligato – sull’aborto terapeutico. La Regione fissa limiti più restrittivi sull’interruzione di gravidanza? Il Tar li sospende. È successo così ieri, con il tribunale amministrativo lombardo che ha accolto la richiesta di sospensiva delle linee guida di applicazione della legge 194 presentata dalla Cgil e da un gruppo di medici. Si torna al passato. Con una vittoria per il sindacato e una doccia fredda per il presidente della Regione, Roberto Formigoni. Che, però, non si dà per vinto: «Siamo pronti a ricorrere al Consiglio di Stato. E a chiedere la sospensiva della sospensiva».

Storia di una vicenda al centro di polemiche, scontri politici, dibattiti. Ricapitolando: a gennaio la Regione Lombardia stabilisce nuove linee guida della 194. In pratica, l’aborto terapeutico non è più consentito oltre le 22 settimane e tre giorni. L’atto abbassa così di 11 giorni il limite di 24 settimane generalmente accettato dai medici. L’indicazione viene avanzata da un comitato scientifico e di fatto si adegua al codice di autoregolamentazione in vigore nella clinica milanese Mangiagalli dal 2004.

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Vita da gettonista

Lo scorso 8 aprile il quotidiano francese Libération ha pubblicato un articolo sulla situazione dell’Ivg in Italia, poi ripubblicato sul numero 739 di Internazionale. L’articolo comincia con la storia di un gettonista, cioè uno degli operatori sanitari esterni che vengono chiamati dalle strutture ospedaliere per supplire alla presenza di obiettori e garantire l’Ivg.

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Tutto cominciò nel 1976, a Seveso…

Nel luglio 1975 con la legge 405 vennero istituiti i consultori familiari e fu conseguentemente soppressa l’Opera Nazionale Maternità e Infanzia – Onmi – fondata da Mussolini. Con questa legge si cominciò a parlare di «maternità responsabile», «procreazione responsabile», «tutela della salute della donna e del prodotto del concepimento», promozione dei metodi anticoncezionali (art.1), pur essendo una legge centrata sulla coppia eterosessuale e sulla famiglia più che non sulla donna. Le femministe criticarono aspramente la medicalizzazione che la legge introduceva, a fronte dell’autogestione della salute che andavano promuovendo.

 

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Interruzione di gravidanza: cosa fare, quando e dove

L’anticoncezionale non ha funzionato, il preservativo si è rotto… oppure nessuno/a ti ha mai dato informazioni corrette ed esaurienti su come funziona il tuo corpo e su come è possibile evitare di rimanere incinte.

In ogni caso solo tu hai il diritto di decidere se hai le risorse affettive, psicologiche ed economiche per diventare madre oppure no. Se non sai cosa fare, puoi trovare aiuto e supporto nei consultori pubblici, negli spazi autogestiti dalle donne, nei consultori privati laici. Qui di seguito alcune indicazioni.

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