Chiuso il servizio di IVG al II Policlinico del Centro Storico di Napoli

Comunicato dell’UDI di Napoli
Alcune cittadine ci hanno esposto di non aver potuto prenotare i loro interventi in day surgery presso il II Policlinico del Centro Storico di Napoli, principalmente le interruzioni di gravidanza. Il blocco totale del reparto è stato deciso e comunicato dal direttore dott. Marcello Ciervo, in seguito ad un’ispezione dei NAS che ha messo in evidenza alcune inottemperanze.
Noi dell’UDI abbiamo denunciato la gravità di tale provvedimento ed invitato le autorità competenti a provvedere agli adeguamenti necessari tempestivamente, al fine di riprendere la normale attività. In assenza di chiari e rassicuranti segnali di una volontà di ripristino nel senso dell’interesse e del diritto delle cittadine, non potremo che dar seguito alla nostra denuncia nelle sedi legali.
Quanto avviene periodicamente, e sempre più spesso nel nostro paese, nei reparti di IVG è in stretta relazione alle reticenze politiche nei luoghi decisionali, che relegano sempre di più la salute e l’autodeterminazione procreativa delle donne ai margini del sistema sanitario.
Le inottemperanze da parte dei responsabili politici e sanitari, riscontrate dai NAS, si sono dipanate nel non aver provveduto ad allocare alternativamente i servizi in questione, in attesa dei dovuti adeguamenti alla struttura.
La Regione Campania non dispone di un centro unico di prenotazione degli interventi di IVG, servizio che invece più volte l’UDI ed altre associazioni hanno chiesto in modo visibile e chiaro, per superare il disagio dell’incertezza delle utenti di fronte all’indisponibilità di una struttura, indirizzandole a quella disponibile.
La regione Campania non rende disponibile l’RU486, l’interruzione di gravidanza farmacologica, privando le utenti di un’alternativa meno invasiva di quella chirurgica e meno gravosa dal punto di vista delle degenze.
Simili circostanze, in concorso con un clima politico di occultamento della dimensione femminile dei diritti e dei bisogni, stanno segnando nel nostro paese il ritorno alla cultura della clandestinità, e del lucro conseguente, su uno degli eventi dolorosi della vita delle donne.
In questo tempo elettorale la politica dispensa rassicurazioni, sulle cui prospettive l’esperienza ci illumina. 
Ancora di più ci illumina che, nel potere, la metà dell’elettorato che ha problemi come quello di cui parliamo, sia rappresentata dai sogni maschili.
Fonte: http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article4019