Dati sugli aborti clandestini

Postiamo qui un articolo di qualche giorno fa uscito sul Corriere della sera che traccia una veloce ma indicativa mappa sulle percentuali in aumento di aborti clandestini in Italia, l’articolo collega anche il fenomeno ad un crescente aumento del numero di obiettori di coscienza nei consultori e negli ospedali.

«Cresce l’illegalità»: ogni giorno 55 casi

Il problema riguarda soprattutto le donne immigrate
e clandestine: molte utilizzavano un farmaco antiulcera

 

MILANO—In Italia ci sono ancora
almeno 55 aborti illegali al giorno. L’ultima stima dell’Istituto
superiore di sanità (relativa al 2006) mostra che la piaga delle
interruzioni di gravidanza clandestine non è ancora stata eliminata.
Anzi: «La percezione in corsia è che ci possa essere una recrudescenza
del fenomeno per il clima da caccia alle streghe scatenatosi negli
ultimi mesi — dice Mauro Buscaglia, 62 anni, primario dell’ospedale San
Carlo —. Le difficoltà con cui le donne devono fare i conti per
abortire e gli ostacoli che i medici non obiettori incontrano nella
carriera possono favorire la ripresa delle interruzioni di gravidanza
fuori dagli ospedali pubblici».

Il ginecologo, non obiettore da una vita, aveva
raccontato al Corriere di essere costretto a fare ancora aborti perché
i neolaureati non ne vogliono sapere. Il problema delle interruzioni di
gravidanza illegali, per il momento, riguarda soprattutto le immigrate.
In particolare quelle irregolari che cercano la strada spesso più
veloce (e rischiosa). «In molte fanno ricorso al mesoprostolo, un
farmaco antiulcera in grado di procurare un aborto — sottolinea
Buscaglia —. Altre finiscono nelle mani di medici che operano di
nascosto fuori dalle mura ospedaliere. Non bisogna abbassare la
guardia: il ricorso agli aborti fuorilegge rischia di allargarsi ».

Le statistiche forniscono ancora numeri choc, anche
se la situazione è decisamente migliorata rispetto a trent’anni fa. Nel
2006 le interruzioni di gravidanza clandestine sono state 20 mila
(contro le 130 mila effettuate secondo la legge). Prima dell’entrata in
vigore della 194 del ’78 avevano toccato quota 350 mila. Per scendere
alle 100 mila del 1983. «L’aborto illegale era arrivato a essere la
terza causa di morte dopo le emorragie e l’ipertensione —ripete
Buscaglia, che da giovane medico alla Mangiagalli ha visto arrivare in
ospedale donne devastate dalle mannaie —. Sono convinto che, se
abortire in ospedale diventa sempre più complicato, chi lo vuole fare
si rivolge altrove».

Spesso i medici diventano obiettori più per necessità di carriera che
per convinzione. Questo, almeno, il pensiero di Buscaglia: «Chi accetta
di fare interruzioni di gravidanza rischia di essere penalizzato nella
professione — denuncia il ginecologo —. Così in molti rinunciano,
almeno all’interno dell’ospedale. Quello che succede fuori è difficile
da dire. Ma sono preoccupato, inutile negarlo ». In una recente
intervista al Corriere della Sera, Vicky Claeys, direttore per l’Europa
dell’International Planned Parenthood Federation, il network mondiale
per la tutela della maternità e della salute sessuale con sede a
Bruxelles, aveva avvertito: «Il clima che si respira in Italia è
preoccupante. Le conseguenze dietro l’angolo sono due: chi ha i soldi
va all’estero, le altre rischiano di tornare agli aborti clandestini».

Simona Ravizza
12 marzo 2008

3 risposte a “Dati sugli aborti clandestini”

  1. Gli aborti illegali credo ci siano sempre stati, non riesco ad immaginarmi una signora della buona società o una delle nostre politiche che subisce le restrizioni della 194 o a fare la coda alle 6 di mattina davanti agli ospedali.
    Oggi, però, il fatto tremendo è che, grazie agli obiettori, è diventato impossibile abortire e gli aborti clandestini continueranno ad aumentare.
    Non dobbiamo abbassare la guardia e dobbiamo continuare a lottare anche quando questo tema scomparirà dai giornali. Vi siete accorte che la guerra non c’è più? E’ svanita, nessuno ne parla più neanche nei programmi elettorali. Figuratevi cosa succederà per l’aborto. Probabilmente si aspetterà la prima vittima per urlare allo scandalo.

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