Da alcuni giorni il Giornale di Vittorio Feltri ha avviato una nuova martellante campagna denigratoria contro la casa occupata di Via dei Transiti 28, contro chi ci abita e contro le attività sociali e politiche che vengono svolte negli spazi collettivi. All’argomento è stata dedicata la prima pagina della cronaca milanese per ben 5 giorni consecutivi, spazio degno forse di miglior causa. Il Giornale dipinge T28 come un oscuro covo dove individui pericolosi, protervi e arroganti espropriano con minacce poveri proprietari inermi dei beni comprati coi risparmi di una vita.
Probabilmente questa campagna mira a "spianare la strada" al prossimo tentativo di sfratto di un appartamento e dell’Ambulatorio Medico Popolare, previsti per il 10 febbraio.
Però, come di consueto accade, questa ineffabile testata fa pessimo giornalismo, non controllando la veridicità di quanto viene scritto e neppure prendendosi la briga di fare un po’ di controllo d’archivio, per lo meno per evitare grosse inesattezze storiche, cantonate e figuracce.
Ci sembra quindi opportuno fare un po’ di corretta informazione sulla storia e la realtà attuale di via dei Transiti 28.
Nel 1978, in un periodo in cui la fame di alloggi dà vita ad un forte movimento per la casa, con occupazioni di moltissimi stabili in tutta Milano, anche lo stabile di via dei Transiti 28, inizialmente destinato ad edilizia popolare dal piano regolatore e poi finito chissà come nelle mani delle immobiliari, che si preparavano a specularci sopra, viene occupato da famiglie e giovani.
Nel 1984 uno spazio su strada, utilizzato fino a quel momento solo dagli abitanti per uso sociale o per riunioni, viene "aperto" alla città da collettivi studenteschi e giovani del quartiere.
Nasce allora il Centro Occupato Autogestito, spazio che, ormai da più di un quarto di secolo (e non "da qualche anno"), ospita riunioni di collettivi cittadini, assemblee, iniziative politiche e di informazione, cene sociali, serate musicali, proiezioni, ecc…
Nel 1990 un altro spazio su strada, lasciato da diversi anni in stato di abbandono dal proprietario, viene occupato da un collettivo di donne che si occupa di diritto alla salute. Nel 1994 in quello stesso spazio,ristrutturato in modo idoneo a spese degli stessi occupanti, apre l’Ambulatorio Medico Popolare, un’associazione che da quindici anni si occupa di difendere il diritto alla salute per tutti, anche garantendo visite mediche a chi non può accedere al sistema sanitario nazionale; qualche anno dopo vengono attivati anche lo sportello del Telefono Viola, che si occupa di abusi psichiatrici, e il Consultorio Autogestito per la salute delle donne.
Nelle cantine trovano invece spazio sale prove per gruppi musicali, a costo zero.
L’occupazione dal 1978 ad oggi è sempre stata gestita collettivamente. Non c’è infatti nessun "racket" ma decisioni assembleari sull’assegnazione a nuovi abitanti degli appartamenti o delle stanze che via via rimangono vuoti – e che, sottolineiamo, sono occupati da OLTRE TRENT’ANNI.
In tutti questi anni le situazioni occupate (abitanti, collettivi politici e associazioni), insieme ai proprietari, si sono sempre fatte carico delle manutenzioni e dei costi necessari alla gestione della casa, dalle pulizie alle riparazioni. Lo stesso vale per il progetto di futura ristrutturazione dell’immobile, per il quale i coniugi Mura lamentano di dover pagare la loro quota.
Una parte degli occupanti, col tempo si sono via via regolarizzati, sia con contratti d’affitto, sia con l’acquisto degli appartamenti nei quali vivono.
Altri appartamenti, e lo stesso Ambulatorio Medico Popolare, verranno invece acquistati da soggetti esterni alla casa, immobiliari o privati, perfettamente a conoscenza della situazione della casa occupata ed intenzionati a realizzare la solita speculazione.
In questo meccanismo speculativo rientra anche l’acquisto dell’appartamento da parte di Pisoni padre, che era anche lui perfettamente consapevole del fatto che l’appartamento e buona parte dello stabile era occupato da molti anni. Aggiungiamo che gli occupanti hanno ripetutamente cercato un accordo con la famiglia Pisoni-Mura proponendo un affitto od un acquisto a condizioni eque, e si sono sentiti replicare che era in corso un tentativo di vendita a terzi a prezzi assolutamente speculativi.
Inoltre gli occupanti di Via dei Transiti non hanno mai minacciato nessuno dei proprietari. Anzi sono stati a loro volta minacciati, come nel caso di alcune operatrici dell’ Ambulatorio Medico Popolare, contro il quale il proprietario ha persino intentato una causa con l’accusa calunniosa di esercizio abusivo dell’attività medica e presunta vendita di farmaci scaduti, causa che ovviamente l’AMP ha vinto.
Anche il signor Mura ha ripetutamente minacciato di farsi giustizia da solo, in questi giorni anche dalle pagine del Giornale.
La campagna del Giornale, iniziata il 22 Gennaio contro la casa occupata di Via dei Transiti, si è poi allargata nei giorni successivi a tutti gli altri centri sociali e realtà occupate milanesi.
Per chi al contrario del Giornale e del suo padrone Berlusconi, continua a pensare che la salute sia un diritto per tutti, la casa una necessita’, e il bisogno di socialità non mercificata anche, difendere Via dei Transiti 28 e tutti gli altri spazi sociali e case occupate minacciate da sgomberi, è più che mai attuale ed importante.
INVITIAMO TUTTI E TUTTE A PARTECIPARE IN MASSA AL PRESIDIO CONTRO LO SGOMBERO DELL’AMBULATORIO E DI UN APPARTAMENTO DELLA CASA OCCUPATA DI VIA DEI TRANSITI 28, MERCOLEDI 10 FEBBRAIO DALLE ORE 5 DI MATTINA IN POI
Abitanti di Via dei Transiti 28, Ambulatorio Medico Popolare, C.O.A. T28, Consultoria Autogestita, Coll. Maistatezitte, Telefono Viola di Milano