Formigoni e la sacra regione lombardia non si smentiscono mai:
Aborto, saltano le linee guida sulla 194:
opposizione al documento del ministero
ROMA
(26 marzo) – Niente accordo, in conferenza unificata, sul documento che
contiene le indicazioni per una migliore applicazione della legge 194
del 1978 sull’interruzione di gravidanza. «Ognuno è rimasto sulle
proprie posizioni – ha detto, al termine della conferenza, il
sottosegretario alla Sanità, Serafino Zucchelli – e sul tema è
intervenuta la campagna elettorale che ha tolto serenità di giudizio.
Non c’è l’intesa delle Regioni e quindi il documento lo teniamo nel
cassetto». Il sottosegretario ha fatto dunque riferimento
all’opposizione al documento da parte della Regione Lombardia. «Il
nostro documento è fatto bene – ha insistito Zucchelli – e un accordo
era stato trovato anche con i tecnici della Regione Lombardia ma il
presidente Formigoni lo ha fatto poi rimangiare. Ha pesato la politica,
questi temi vengono strumentalizzati in campagna elettorale».
Accuse
respinte al mittente dall’assessore regionale al Bilancio della
Lombardia, Romano Colozzi: «In fondo la legge 194 è di trent’anni fa e
la questione poteva essere approfondita in un altro momento. Da parte
nostra non c’è stato alcun condizionamento politico. Il vero problema è
che il documento del Ministero, così come è stato presentato, è
incompatibile con le linee guida della Regione Lombardia e prevede che
qualora la Regione non aderisca alle linee nazionali, venga in qualche
modo penalizzata. Perché la Regione Lombardia – si è chiesto Colozzi –
avrebbe dovuto accettare che le proprie linee guida, elaborate da
esperti autorevoli, fossero derubricate facendo proprie linee guida
peggiori e confuse? Non c’è da stupirsi della nostra opposizione».
L’assessore
ha anche respinto l’osservazione del sottosegretario alla Sanità
Serafino Zucchelli secondo il quale un sostanziale accordo, in sede
tecnica, era stato raggiunto. «I nostri tecnici – ha ribattuto
l’assessore – non hanno mai accolto il testo nazionale ma semmai
presentato alcuni incisi e richieste di chiarimento che non sono stati
accolti». «Il documento del Ministero – ha concluso l’assessore –
sembra più a favore dell’educazione sessuale e della contraccezione che
non per la corretta applicazione della 194 né viene detta una parola,
per esempio, sul tema delle cure da prestare a feto abortito dopo un
periodo avanzato; noi, invece, abbiamo previsto l’obbligatorietà di
porre cure al feto alla ventiduesima settimana di gestazione».
Per
il coordinare degli assessori regionali alla Sanità e assessore in
Toscana Enrico Rossi non c’era una grande contrapposizione tra il
documento del ministero e le linee guida della Lombardia. «Spero che
sia possibile – ha aggiunto – riprendere il lavoro; forse dopo il 13
aprile sarà più semplice farlo fuori da condizionamenti politici, sono
temi già pieni di ideologie e di contrapposizioni». L’assessore ha
ricordato che in Toscana i contenuti dell’intesa già vengono applicati.
«L’auspicio – ha ribadito – è ragionare con più pacatezza
sull’argomento dopo il 13 aprile. C’è un problema di governo di questa
materia – ha concluso – che andrà ripresa e c’è stato un uso negativo
della parola “politica”».
Son d’accordo con te ma le principali vittime della chiesa come si sa sono sempre donne ed omosessuali, poichè ha impostato una società patriarcale e sessista a danno di queste categorie, non è questione di separatismo ma di difendere un diritto che a noi è attaccato, un diritto che ci siamo sudate, attaccarlo significa che il nostro paese non tollera che le donne abbiano diritti, perchè si sa che se si abroga la 194 dove vanno e da chi vanno le donne ad abortire, non facciano gli ipocriti. Io la vedo così…
Firmate la petizione cliccando nel mio nick 🙂
Mah, dire che le ingerenze della chiesa sul corpo delle donne (ma direi non solo delle donne) riguarda SOLO le donne e’ come dire che le questioni di cittadinanza riguardano soltanto i migranti. Per favore, siamo nel 2008, con tutto cio’ che questo comporta, ovvero: siamo poche/i e sempre meno incisive/i.
Non mi sembra il caso di escludere alcuna possibilita’ di lotta.
Chi sono per decidere cosa fare del nostro corpo? Il più grande errore è che l’Italia è troppo in mano agli uomini e per questo si sentono come in dovere di eliminare tutto cio’ che riguarda la libertà femminile, chiesa compresa, sopratutto perchè in Italia purtroppo la Chiesa ha un peso troppo grande che condiziona tutti i settori. Tocca a noi donne difendere il nostro corpo, questo è un argomento che riguarda solo NOI, NON VEDO INFATTI PERCHè GLI UOMINI E LA CHIESA DEGLI UOMINI SI SENTONO MINACCIATA DA QUESTO! Curioso come tutto cio’ avvenga in campagna elettorare, che ovviamente trovo disgustoso che ne denota una mercificazione del corpo femminile, un’altra, l’ennesima! Dopo Ferrara e la Chiesa abbiamo un’altra gatta da pelare
un saluto.
Rosa