Sanità razzista

INTOLLERANZA A BRESCIA

"Non ti curo, voi rom mi fate schifo"

Interrogazione su un medico Asl

La pesantissima frase rivolta da una dottoressa a una rom malata da anni arriva in parlamento grazie a un’interpellanza dell’ex sindaco Paolo Corsini

BRESCIA, 11 giugno 2008 – NON TI CURO perchè voi rom mi fate schifo". E’ la pesantissima frase con cui una dottoressa dell’Asl di Brescia potrebbe aver negato le cure a una donna rom.

Per cercare di far luce su quanto sarebbe effettivamente accaduto i parlamentari del Pd Paolo Corsini e Pierangelo Ferrari hanno presentato un’interrogazione urgente al Ministro del lavoro, salute e politiche sociali e al Ministro delle Pari Opportunità.

I due parlamentari sono venuti a conoscenza di quanto sarebbe accaduto da un’inchiesta pubblicata da un quotidiano locale di Brescia. E’ stata la donna, che si chiama Luisa, malata seriamente da 4 anni e madre di 5 figli, uno dei quali con seri problemi di salute a riferire alla giornalista bresciana quanto le avrebbe detto la dottoressa dell’Asl. Nell’interrogazione urgente Corsini e Ferrari chiedono se non si ritenga d’aprire "un’inchiesta al fine di verificare la veridicità di quanto riferito dal quotidiano". 

E "QUALORA LA veridicità fosse confermata, un fatto d’estrema gravità, offensivo della dignità della persona, inqualificabile oltre che assai rilevante sotto il profilo del mancato espletamento delle responsabilità deontologiche connesse all’esercizio della professione medica, quali misure intendano assumere affinchè i dirigenti dell’Asl bresciana intervengano nei confronti del medico in questione". 

di MARIO PARI

fonte: http://qn.quotidiano.net/2008/06/11/96157-curo_fate_schifo.shtml

6 risposte a “Sanità razzista”

  1. Ciao Fra, contatti in Veneto ne abbiamo, ma dovresti dirci in quale città.
    Magari contattaci direttamente alla mail del collettivo

  2. Una mia amica straniera si è vista rifiutare delle cure di cui aveva bisogno (in Veneto, dove vive) sentendosi rispondere “vai a farti curare nel tuo paese”. Faccio notare che la mia amica è residente con regolare permesso di soggiorno e lavora da 6 anni in Italia (contribuendo a pagare lo stipendio della gentile signorina che l’ha cacciata dall’ospedale). Purtroppo questa persona, intimorita e presa alla sprovvista, non ha reagito. Vorrei sapere se avete dei collegamenti col Veneto, se ci sono gruppi o collettivi che si stanno occupando di sanità, per vedere se si può fare qualcosa…

  3. Ottima idea, Sherasade.
    Comunque se te la senti e ne hai voglia puoi sempre presentare la richiesta con questo modulo(http://www.vieneprimalagallina.org/…teriali.html), poi facci sapere come va.
    Ma a Lecco non ci sono altre donne con cui potreste fare un lavoro sull’ospedale? Nel cuore della brianza ciellina e leghista non sarebbe male…
    Qui i passaggi: http://ogo.noblogs.org/…pagna-contro-l-obiezione

    Dai dati in nostro possesso risulta che nel 2006 nell’ospedale di Lecco ci siano stati 240 aborti e 1.511 parti. sarebbe interessante capire se quelle Ivg le ha fatte un/una gettonista o personale interno all’ospedale (quindi non obiettori)

  4. La conosco bene quella mail, è mia! 😛
    Comunque, alla fine ho ANNULLATO la visita “al buio” e mi sono rivolta al consultorio, dove invece sono stati molto più disponibili e mi hanno assicurato che sarò visitata da un non obiettore.
    L’importante in questi casi è non farsi intimidire dall’ostruzionismo di certa gente.

  5. Cara Sherasade, massima solidarieta’. Quasta campagna intende proprio valorizzare e diffondere la tenacia e determinazione che tu ci racconti. Non mi stupisce sentire una storia del genere venire da Lecco come avevamo gia’ riportato in questo altro post

  6. Ho appena litigato per 10 minuti al telefono per ottenere una visita ginecologica da un medico non obiettore (non sono incinta e non ho bisogno di abortire, ma non mi va di farmi mettere le mani nella vagina da chi mi sbatterebbe volentieri la porta in faccia se avessi bisogno), ovviamente senza alcun risultato: la centralinista dell’ospedale manzoni di lecco mi ha trattata decisamente male, dicendo che lei non “ha una lista dei medici non obiettori da spulciare per i miei comodi” (non che serva una lista: i medici non obiettori nell’ospedale di lecco sono solo 2) e che comunque non ha idea di chi mi visiterà perchè si sa solo il giorno stesso e quindi, se mi capitasse (cosa pressochè certa) un medico obiettore potrei fissare un altro appuntamento e sperare che la volta dopo (sono mesi, di solito) me ne capiti uno non obiettore, e via così finchè la fortuna non voglia baciarmi.
    Io lo trovo vergognoso: com’è possibile che io non abbia il diritto di sapere in anticipo chi mi visiterà, che io non abbia la possibilità di scegliere un medico dalla deontologia professionale che si concili con le mie idee?

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